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VIVA LA LIBERTA' Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 marzo 2014
 
di Roberto Andò, con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto, Michela Cescon (Italia, 2013)
 
Non a caso il quarto lungometraggio dello scrittore, regista di teatro e d'opera, video sperimentatore Roberto Andò ha mosso le acque dello spettacolo italiano e sollevato curiosità generale. VIVA LA LIBERTA' entra innanzitutto con pieno merito nella meritevole tradizione di un cinema politico che da Francesco Rosi o Elio Petri ha condotto a Nanni Moretti, Marco Bellocchio. A dir poco curiosa è poi la vicenda del film, tratta dal romanzo "Il trono vuoto" dello stesso Andò. Alla vigilia delle elezioni, il segretario del maggior partito dell'opposizione è depresso, demotivato e contestato, anche all'interno del proprio partito; improvvisamente, decide di scomparire, per nascondersi a Parigi presso un amore giovanile. Per evitare una catastrofe gli unici a conoscenza del fatto, lo stretto assistente e la moglie dell'uomo politico, giocano allora la carta della disperazione: ricercano il fratello gemello dello scomparso, filosofo geniale quanto eccentrico, appena rilasciato da una casa di cura psichiatra per depressione bipolare, e lo spacciano all'intero paese sfruttando l'impressionante somiglianza in sostituzione dello scomparso. Sorpresa: mentre a Parigi il fuggiasco si rigenera alimentando giovanili sensazioni, il gemello pazzerello con le sue disinvolte ma infine dinamiche energie, con onestà e passione capovolge la tendenza, conquista i più scettici, riempie le piazze. Il solito giochino assurdo permesso dalla magia cinematografica? Resta il fatto che, concepito mesi prima che la Storia autentica seguisse il suo corso, il film ha indotto tutti a notare come la transizione Bersani/Letta/Renzi sia parsa clamorosamente anticipata dalla storia svitata dei due gemelli identici ma opposti nei modi.

La mostruosa interpretazione di Toni Servillo è poi evidentemente all'origine del successo del film: l'attore s'impossessa di uno dei grandi temi del cinema (e della psicanalisi), quello della coppia, per sdoppiarsi istrionicamente nei due personaggi, nella follia sbarazzina ma creatrice dell'uno, come nella discrezione malinconica dell'altro. La metafora è forse a tratti ingombrante e la prestazione di Servillo ai confini di un geniale compiacimento: ma è il regista a tenere la rotta, con il pudore della sua ironia distaccata, l'intelligenza della provocazione che non scade mai nella farsa.

VIVA LA LIBERTA' denuncia le note magagne del sistema Italia senza essere un film ideologico. Grazie a uno sguardo surreale che rende credibile limpossibile, all'interno di tempi dilatati, echi sonori e spazi vuoti; e una direzione degli attori che traduce alla perfezione il disagio dei personaggi (nel ruolo dell'assistente Valerio Mastandrea è magnifico).

È la parte francese, più convenzionale e romanzata, anche perché meno posseduta stilisticamente, a condizionare una riuscita impeccabile del film. Ma quell'elogio della follia creativa osato dagli autori rimane nella memoria.


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